Luigi Gallino

Intorno agli anni ’70 avevo casualmente conosciuto la signora Elisabetta Ciuffarin, da poco vedova del colonnello Luigi Gallino, ero espressamente stato da lei invitato a sistemare la voluminosa biblioteca di casa.
Avevo accettato subito l’incombenza con entusiasmo, anche perché studente sempre in cerca di guadagnare qualcosa, ma soprattutto perché avevo intravisto tra le carte da ordinare, alcuni voluminosi rotoli di carta da lucido su cui erano disegnati dei rilievi di grotta.
A fine lavoro ricevetti in dono un rotolo in pergamino con il rilievo, in originale, di una grotta eseguito dal capitano Gallino (molto probabilmente una parte delle Grotte di Postumia) e un vecchio libro “Postumia e le sue celebri grotte” sul cui frontespizio spiccava in bella evidenza una dedica autografa di Giovanni Andrea Perco.
Purtroppo all’epoca i miei interessi non erano focalizzati sull’aspetto storico della speleologia, ma puntavano piuttosto su una visione della speleologia esplorativa ed avventurosa o forse sarà perché a vent’anni si è stupidi davvero, ma finì che mi tenni il libro e donai il rilievo al Gruppo Speleo “L.V. Bertarelli” di cui facevo parte.
Ora io ho il libro, mentre il rilievo è irrimediabilmente scomparso, chissà forse distrutto.
Peccato aver perso una traccia così importante del lavoro svolto da questo illustre personaggio che, anche se marginalmente, ha contribuito in maniera significativa a comporre il grande mosaico della storia speleologica della nostra regione.
Non dobbiamo dimenticare che l’allora capitano Luigi Gallino per primo eseguì in grande scala il rilievo topografico delle Grotte Demaniali di Postumia e del vicino Cavernone di Planina.
Nato il 19 luglio 1894 a Castiglione d’Asti, si sposò con la goriziana Elisabetta Ciuffarin, e per anni risiedette a Gorizia anche se per motivi legati alla sua carriera militare dovette assentarsi per lunghi periodi. Uscito ufficiale in s.p.e. dalla Scuola di Modena, nel marzo 1915 fu nominato sottotenente ed assegnato al 49° Reggimento fanteria con il quale partecipò alla guerra 1915-1918.
In tale occasione ebbe anche un encomio solenne con la seguente motivazione: “Inviato con il suo plotone a sostegno di pattuglie vivamente impegnate con nuclei avversari, dirigeva con senno, calma e coraggio il suo reparto costringendo l’avversario a ritirarsi con perdite nella propria linea fortificata. Forcella Val Maggiore (Alpi di Fassa), 22 agosto 1916”.
Era decorato di una Croce di guerra con determinazione del 28° Comando del Corpo d’Armata in data 15 agosto 1916, della Medaglia-ricordo dell’Unità d’Italia e della Medaglia d’oro ricordo della guerra 1915-18.
Successivamente, nel 1919-20 andò in missione speciale in Cirenaica per eseguire rilievi topografici nella zona di Barce.
Nominato primo capitano nel 1922, veniva trasferito a Volosca in seno alla Commissione per la delimitazione dei confini del neonato Stato Jugoslavo. Sarà in questo periodo e in tale contesto che egli si dedicherà ai lavori di rilevamento delle Grotte di Postumia.
E’ questo un impegno che il capitano Gallino assolve con grande precisione e che lo occuperà per oltre quattro anni (1922-1926).
Lavora fianco a fianco di Luigi Vittorio Bertarelli e da questi apprende anche tutti i segreti dell’esplorazione sotterranea, rilevando in grande scala anche i particolari più minuti della famosa grotta.
La sua opera, veramente pregevole, come ebbe a dire anche Eugenio Boegan, resterà per molti anni da esempio per le successive generazioni. In seguito egli si dedicherà anche al rilevamento del Cavernone di Planina con uguale impegno e perizia.
In questo periodo diventa amico di Andrea Perco, l’allora direttore delle celebri Grotte Demaniali di Postumia il quale, in segno di stima, gli donerà il libro sopraccitato con dedica autografa. Di tutta questa sua attività di rilevamento ipogeo, purtroppo, non ci resta molto, a parte i rilievi che verosimilmente saranno depositati presso l’Istituto di Speleologia di Postumia.
Non avendo egli lasciato diari o note particolari al riguardo della sua esperienza, possiamo solo immaginare le condizioni in cui venivano eseguiti i lavori di rilevamento in quella che oggi è considerata una delle più belle grotte turistiche d’Europa.
Ricercando tra le sue fotografie che gentilmente mi sono state messe a disposizione dalla nipote, signora Ginetta Ciuffarin, sono riuscito a trovare sul retro di una foto alquanto sbiadita una breve nota in cui egli riferisce del disagio provato dalle lunghe ore passate in grotta (dalle 8 alle 16) per portare a termine il lavoro di rilevamento (Fig. 27).
Il periodo trascorso nella zona di Postumia fu una parentesi relativamente tranquilla della sua attività di topografo, infatti, nel 1935 dovette partire per l’Africa Orientale, dove ottenne il comando del Presidio di Agordat-Cheren-Asmara; nell’aprile 1941 fu catturato dalle truppe inglesi e inviato al campo di prigionia di Jol in India da dove poté rimpatriare solamente nel 1946.
Decorato della Croce al merito di guerra per operazioni nel periodo bellico 1940-41, si era sempre distinto per le sue doti umanitarie e di comandante per cui era ben voluto dai suoi soldati e dai fedelissimi ascari.
Morì a Gorizia il 2 dicembre 1969 con il grado di colonnello. 

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